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Workshop    "Se io disegno"        Accademia di Belle Arti di Bologna > Patrizia Giambi       Personaggi poco corporei          12 / 13  dicembre 2013

Lo scopo del mio workshop è di realizzare un’opera finale unica e coerente, composta da tante parti individuali fatte dai singoli partecipanti. Ad ogni  singolo viene richiesto di far affiorare ricordi infantili e disegnare la casa dei genitori. Tutto questo materiale sarà organizzato per dar vita a un villaggio di ricordi, racconti e case.

Questo villaggio, che deve ancora trovare la sua forma, è l’opera finale del workshop.

Come si articola  ‘ Personaggi poco corporei’

Si tratta di compiere un AUTENTICO PROCESSO A FASI CONSECUTIVE in cui si stimola   il desiderio di dare forma al ricordo,  il piacere tattile, l’alleggerimento dello stress.

In questo processo il corpo è parte attiva e mi interessa particolarmente trasformare la tradizionale esperienza sedentaria del disegnare in un evento fortemente fisico e materico…vorrei tutto il corpo e non solo la mano ingaggiati  in un percorso sconosciuto che ha lo scopo finale di permettere le condizioni creative di liberazione dell’istinto.

Rubo   all’Art Brut di Jean Dubuffet  il canto dell’arte ingenua, spontanea, grezza, dei bambini, dei primitivi, dei pazzi... a vantaggio di un’espressione organica della materia per cui come tutto può servire a  fare arte, così chiunque può farne.

Mi piace pensare al percorso di ‘Personaggi poco corporei’come a un’esperienza di disegno in chiave psicoanalitica.

Le fasi del progetto:

1° giorno, il Debutto.  Gli studenti  vengono forniti di carta e matite  e viene loro richiesto di far affiorare   ricordi infantili e disegnare la casa dei genitori. Questa è la prima fase di affermazione del Sè attraverso il segno sulla carta.

1° giorno, l’Incendio.  Dopo esser stati realizzati,  i disegni  della casa dei genitori e dei ricordi infantili  innescano la prassi cerimoniale del fuoco che origina cenere: è la consumazione di un rito apotropaico in un luogo dell’arte. La cenere ottenuta dall’incendio dei disegni con le case dell’infanzia, è la nuova materia da utilizzare nella ricerca dell’opera collettiva.

Si tratta di un materiale di natura alchemica   che è stato generato  da tutto il gruppo attraverso il sacrificio del singolo tratto sul singolo foglio.

2° giorno, La Ricerca dell’Opera. La cenere viene con parsimonia distribuita per tastare le sue caratteristiche e vengono discusse e provate  in sede assembleare le sue possibili applicazioni. Si tenta di percorrere la strada del Segno originato dal Corpo, cercando di far rinvenire  elementi di architettura.

2° giorno, La Realizzazione dell’Opera Collettiva.  Ben presto si procede  alla realizzazione del  Villaggio di ricordi, racconti e case. Dopo aver impastato con forza sulla carta la nostra Cenere, intesa come Sfondo su cui costruire, misuriamo e organizziamo lo spazio bianco del grande foglio e vi tracciamo la pianta delle attuali case in cui viviamo, questa volta disegnate contigue, in un nuovo villaggio, nato dopo due giorni di lavoro comune.

Ringraziamenti

Le artiste Barbara Baroncini e Elena Hamerski   (assistenza  Workshop e crediti fotografici) >Le allieve  Angela Barbera e Eleonora Ferrari   (crediti fotografici))

Gli studenti del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte e Mediazione Culturale del Patrimonio Artistico dell’Accademia di Belle Arti di Bologna del corso della prof.ssa Sergia Avveduti