installazione di Patrizia Giambi all'interno delle sale della Collezione Verzocchi a palazzo Romagnoli, Musei S.Domenico, Forlì
IL LAVORO IMMATERIALE
Dialogo tra la Collezione Verzocchi e Il lavoro dell’artista contemporaneo attraverso le immagini del backstage per la realizzazione di DO.VE, itinerario d’arte del museo diffuso dell’abbandono IN LOCO.
FORLÌ, PALAZZO ROMAGNOLI, COLLEZIONI D’ARTE DEL NOVECENTO - 22 NOVEMBRE-6 DICEMBRE 2015
Fotografie e riprese video di: Matteo Perini, Filippo Venturi, Renè Ruisi (Associazione Sovraesposti);
Selezione di istantanee fotografiche di: Beatrice Biguzzi, Elisa Cimatti, Simone Enei, Anna Frabotta;
Appunti e materiale di studio di: Barbara Baroncini, Alice Cesari, Patrizia Giambi, Elena Hamerski, Matteo Lucca, Maurizio Mercuri, Stefano Ricci;
Progetto a cura di: Patrizia Giambi, Marco Servadei Morgagni in collaborazione con il Servizio Pinacoteca e Cultura del Comune di Forlì.
La mostra “IL LAVORO IMMATERIALE” mette in dialogo alcune opere della Collezione Verzocchi e il materiale di backstage degli interventi site specific realizzati nel 2014-2015 da diversi artisti per il progetto IN LOCO, Museo Diffuso dell’Abbandono in Romagna, ideato dall’associazione Spazi Indecisi. Si tratta di una mostra che ruota intorno al tema del lavoro connesso all’opera d’arte, piuttosto che all’opera d’arte in sé come risultato.
L’interrelazione tra opere contemporanee e opere del patrimonio novecentesco conservato a Palazzo Romagnoli vuole porsi come occasione per riflettere più che sulla distanza formale tra risultati appartenenti a epoche diverse, il 1950 e il 2015, su due modi diversi di fare e concepire l’arte, messo in risalto appunto attraverso la lente del lavoro dell’artista. Da una parte il mestiere del pittore, dello scultore, del grafico, ancora ben radicati nella seconda metà del Novecento, che vengono presi come soggetto da alcuni autori presenti nella collezione Verzocchi, dall’altra quello dell’artista contemporaneo, che si avvale di tecniche e linguaggi “non tradizionali”, ed arriva alla produzione di opere dal carattere non sempre materiale.
L’opera d’arte oggi infatti è forse più spesso progetto che oggetto: anche quando non rinuncia alla sua oggettualità e alla sua fisicità è un prodotto che conserva sempre, più o meno esplicitamente, la traccia del proprio processo.
Per questo motivo a fianco delle opere della Collezione Verzocchi si è scelto di affiancare il materiale (fotografico, di ripresa, grafico e di appunto) delle fasi di realizzazione di un’opere d’arte contemporanea, prodotto da diverse figure, piuttosto che l’opera stessa.
L’obiettivo è di incentivare un’educazione ai linguaggi e alle operatività dell’arte contemporanea, attraverso una maggiore comprensione di ciò che sta dietro a opere complesse e caratterizzate da un livello di concretezza meno spiccato che inpassato. Con questa mostra il Comune di Forlì prosegue un dialogo con i linguaggi dell’arte contemporanea, avvalendosi di progetti sperimentali pensati e sviluppati nel suo territorio, da risorse locali.